Non so voi, ma quando devo preparare borse e zaini per una giornata al mare, è sempre un delirio.
Sarà che mi porto dietro troppe cose. E siccome in casa regna sempre un gran disordine, per racimolare il tutto, devo cimentarmi in una sorta di caccia al tesoro.
Oggi, poi, tutto sembra contro di me. Tra oggetti smarriti e telefonate inaspettate, sono in gran ritardo sulla tabella di marcia e i bimbi scalpitano, impazienti di andare al mare.
Ci siamo quasi, il tempo di farcire i panini e si va.
“Elleni, passami l’origano, per favore” chiedo alla mia primogenita.
Nemmeno il tempo di mostrarle lo scaffale dei barattolini, che subito una pioggia di origano si sparpaglia sul pavimento.
Alzo gli occhi al cielo, cerco di trattenermi, ma in men che non si dica partono i soliti rimproveri:
“Elleni, devi stare più attenta, ormai hai otto anni. Guarda qui cos’hai combinato!”
Ma ecco che mentre borbotto, sempre alle prese con la preparazione dei panini, mi sfugge accidentalmente l’oliera di mano.
Una vera catastrofe.
L’olio extravergine di oliva sguizza fuori e con gran rapidità devasta l’intero piano cottura, ungendo di tutto di più.
Afflitta, chino il capo e mi appresto a pulire.
La piccola Elleni non proferisce parola, ma ha stampato sul volto un ghigno di soddisfazione, che vale più di cento discorsi.
La giornata, però, non è finita qui.
Tra un imprevisto e l’altro, finalmente siamo in auto, direzione mare e dopo un bel po’, troviamo finalmente il posto auto libero per parcheggiare.
Io e Nené, il piccoletto di casa, afferriamo gli zaini, ma a quanto pare Elleni ne è sprovvista.
Tre, due, uno… No, niente da fare, non riesco a trattenermi:
“Ma come è possibile? Hai dimenticato lo zaino! Dentro c’erano i cambi per tutti e tre, adesso ci toccherà salire bagnati!”
Mia figlia farfuglia qualche scusa, ma ha presto modo di rifarsi.
Una volta approdati in spiaggia, infatti, mi rendo conto di aver lasciato in auto la borsa termica con i famosi panini.
Elleni sorride e la sua espressione soddisfatta sembra dirmi: “Visto? Parli proprio tu!”
Alla sua prossima malefatta, imparerò a starmene zitta. Nel frattempo mi aspettano un bel po’ di metri da percorrere per tornare all’auto, perché come si dice a Napoli: “Chi tene mala capa, adda tenè boni ccosce“…
M.C.