A partire dagli inizi del III millennio a.C., nella fertile vallata del fiume Nilo, si sviluppa la grandiosa civiltà dell’antico Egitto, che avrà durata fino al 31 a.C., anno della conquista romana del territorio.
In questo vasto periodo si possono distinguere diverse fasi storiche, identificate in base alle dinastie faraoniche regnanti:
- L’Antico Regno (2.700-2.190 a.C.), con capitale Menfi. In questa fase si delineano i canoni del linguaggio artistico egizio e si definisce la scrittura a caratteri geroglifici.
- Il Medio Regno (2.160-1786 a.C. ), caratterizzato dallo spostamento della capitale a Tebe e dall’intensificarsi dei commerci.
- Il Nuovo Regno (1.552-1.069 a.C.), un periodo di intenso splendore artistico e culturale.
- L’Età Tarda (712-332 a.C.), a cui succede poi quella greca o tolemaica (332- 31 a.C.).
Queste fasi sono intervallate tra loro da periodi intermedi di carattere transitorio, in quanto segnati da una destabilizzazione dovuta ai crolli del potere centrale.
La società egizia è di tipo piramidale: al vertice si colloca la figura del sovrano, il faraone, considerato una divinità a cui è attribuito un potere assoluto. Sacerdoti, nobili e guerrieri costituiscono le classi privilegiate; gli scribi quella intermedia; mercanti, artigiani, operai e contadini formano le classi inferiori, mentre in fondo alla piramide sociale ci sono gli schiavi, in genere stranieri fatti prigionieri durante la guerra, trattati con estrema durezza.
Gli scribi sono i funzionari del faraone, che assolvono al compito di registrare le entrate e le uscite dello Stato e di riscuotere le tasse. Godono di grande stima e considerazione, in quanto sono gli unici a saper leggere e scrivere.
La scrittura egizia deriva in parte da quella pittografica elaborata dai Sumeri, caratterizzata dall’identificazione di un segno all’oggetto che si vuole menzionare. Questa tipologia viene però fusa con quella alfabetica, dove a un segno corrisponde una lettera.
Si tratta dunque di un sistema molto complesso e di non facile interpretazione.
Gli Egizi considerano la scrittura come un qualcosa di divino, pensando addirittura che i segni possano trasformarsi nella realtà raffigurata. Ecco perché la scrittura egizia è detta geroglifica, ossia “di segni sacri”.
Nell’antico Egitto, tutti gli aspetti della vita sono fortemente influenzati dalla religione.
Anche l’arte è segnata da una vocazione sacra e ciò spiega il carattere omogeneo mantenuto con costanza seppure in un periodo così vasto. Altre motivazioni si ricercano nel rispetto per la tradizione, nell’elaborazione di un codice visivo prestabilito e nella tendenza a non lasciarsi influenzare dalle altre culture. Ne deriva un linguaggio artistico sostanzialmente fedele ai suoi principi nel corso dei secoli.
L’arte egizia è concepita per venerare il faraone e le divinità religiose: senza questa premessa, non se ne potrà comprendere appieno lo stile solenne e celebrativo.
Mariaelena Castellano
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