Dopo le puntate dedicate a Orsola Tramontano e a Giovanni Vescera, il servizio video di questo ultimo appuntamento del tris di Regina di Quadri è rivolto a Gelsomina De Maio, artista attiva a Piano di Sorrento e docente di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico e Musicale “Francesco Grandi” di Sorrento.
E´ una calda mattina di inizio giugno quando io e Nino Lauro, camera man e co-conduttore del filmato, ci addentriamo nell’abitazione di Gelsomina.
L’artista ci accoglie all’ingresso per poi farci strada al soggiorno che, in occasione delle riprese, si è trasformato in una piccola pinacoteca. Ci sono quadri ovunque: sui cavalletti, per terra, sul mobilio, davanti allo specchio.
I dipinti di Gelsomina esulano da uno schema predefinito per scaturire piuttosto da una dimensione personale: la tela è concepita come uno spazio bianco su cui proiettare emozioni, senza alcun condizionamento premeditato.
Ne deriva un linguaggio caratterizzato dall’inconscio dell’artista, in cui confluisce anche una fascinosa componente onirica.
Figuratività e astrazione dialogano nella razionalità di intelaiature geometriche, dove trovano posto fantasiose immagini, mentre la scelta di colori accesi e di forti contrasti cromatici crea un singolare effetto di vivacità.
La spiccata capacità inventiva di Gelsomina si svela in una costante tendenza alla sperimentazione, ben attestata dalla serie di dipinti con tagli, ovvero aperture disposte in base alla raffigurazione e poi colmate attraverso un reticolo di fili di spago, disposti a trama ed ordito.
E´ qui evidente il richiamo alla concezione spaziale di Lucio Fontana: il senso di vuoto disorienta, induce a riflettere sul labile confine tra finzione pittorica e realtà concreta.
Durante le riprese, ci soffermiamo in particolare su un dipinto intitolato “Fuga della pittura”, caratterizzato da una grande apertura rettangolare, riempita appunto con una griglia di spago.
Due mani dipinte con perizia accademica si sporgono da questa originale finestra artistica: sono le mani della Pittura, intenta a fuggire dalla prigione della tradizione, per farsi spazio e cercare nuova linfa vitale nella modernità.
Un’altra sperimentazione tecnica adoperata dall’artista si muove, invece, in direzione opposta, per aggiungere materia su materia: alcuni particolari sono infatti realizzati su ritagli di tela, poi sovrapposti al dipinto. Si ottiene così un suggestivo effetto visivo di tipo volumetrico, che vince sui tradizionali limiti bidimensionali, propri della pittura.
Nel servizio video l’artista ci ha resi partecipi dei suoi molteplici e variegati spunti, di tutti i richiami e le corrispondenze che ne animano l’opera, vestendola di una seducente aura fiabesca, di sapore quasi surreale e, al tempo stesso, intellettualistico.
Mariaelena Castellano