Il volto di Lucio Dalla rivive qui tra noi, a Sorrento; giganteggia sul fianco di una palazzina del centro, sovrapponendosi al testo di uno dei suoi brani, “Se io fossi un angelo”. Un successo del lontano 1985, eppure nutrito da parole e pensieri ancora così attuali.
“(…) Se io fossi un angelo (…) sarei un buon angelo, parlerei con Dio, gli ubbidirei, amandolo a modo mio…”, cantava. Perché lui ha sempre vissuto “a modo suo”, senza piegarsi ai conformismi, senza cedere ai facili compromessi.
E, adesso, eccolo scrutarci dall’alto dell’edificio, con quella sua consueta espressione bonaria e, al tempo stesso, sorniona; con quel vago curvarsi delle labbra a mo’ di sorriso, quasi a evocare l’espressione enigmatica della Gioconda. Anche quando si esibiva, la sua mimica facciale faceva capolino tra le note, rendendo le performance ancora più vive e artistiche.
La musica di Lucio è nata da una pluralità di ispirazioni e si è aperta man mano alla sperimentazione dei più svariati stilemi: il suo eclettismo, la curiosità, l’ironia e l’intraprendenza ne hanno fatto un artista completo e originale, autore di grandi successi nutriti da concitate melodie ritmiche e permeati da una gran sensibilità lirica, che trapela nella profondità dei suoi testi.
Nonostante le origini emiliane, Dalla sentiva scorrere in lui anche del sangue partenopeo: ammirava Napoli e si dedicò con fervore allo studio del dialetto e della canzone napoletana. Ne è prova “Caruso”, considerato il suo capolavoro, scritto di getto a Sorrento, quando soggiornò nella stessa camera d’albergo del celebre tenore napoletano: “Qui dove il mare luccica e tira forte il vento…”, giusto una manciata di versi per rendere l’immagine pittoresca di Surriento, in apertura di un brano che ha fatto il giro del mondo e, con esso, anche il nome della nostra terra.
Una canzone, questa, che sentiamo intimamente nostra e che di fatto è entrata a far parte del patrimonio culturale sorrentino.
Così, nel 1997 il cantautore bolognese è stato insignito della cittadinanza onoraria di Sorrento e oggi, nel decennale della sua scomparsa, la città gli rende omaggio con un fitto calendario di eventi inaugurati proprio dalla realizzazione di questo murale, ad opera del talentuoso street artist napoletano, Jorit.
Sì, il volto di Lucio Dalla rivive tra noi. E vien da pensare a quanto gli sarebbe piaciuto ritrovarsi proiettato nel nostro tessuto urbano, a quanto si sarebbe sentito onorato a esser ritratto dalle mani esperte del giovane Jorit, artista di fama internazionale che, proprio come Lucio, ha seguito una strada difficile, tutta in salita, ma densa di soddisfazioni: entrambi hanno scelto di esprimere se stessi, con i propri piccoli grandi ideali e con la voglia di cambiare il mondo, di provare a migliorarlo un po’, attraverso le canzoni, come attraverso i murales.
Quasi pare di vederlo, Lucio: sorride compiaciuto dinanzi alla palazzina con impresso il suo volto, una mano a reggere il cappello, l’altra poggiata sul bastone. Ha l’aria scanzonata di sempre e sorride… sì, eccolo sorridere, a modo suo, angelo tra gli angeli.
M.C.
(Le foto del murale sono di Diego Ambruoso)