(Rivisitazione di un mio articolo pubblicato sul n.8 della rivista CIN, nel giugno del 2016)
Domanda delle domande: che cos’è l’Arte?
Per fornire una risposta alquanto esauriente, bisogna tener conto dei molteplici aspetti chiamati in causa da ogni opera artistica, il che rende necessaria un’attenta disamina, aperta a più considerazioni.
Innanzitutto, quando si parla di Arte, si parla di creatività: è dall’originalità di un fervore creativo primordiale, reso attraverso comprovate abilità tecnico-esecutive, che un artista può realizzare un manufatto degno di essere considerato d’interesse artistico.
A questo fondamentale substrato va quindi aggiunto il vissuto dell’autore, con le emozioni e i pensieri che lascia fluire nell’opera, che diventa così una preziosa testimonianza del suo sentire, ma anche del suo spaccato storico, sociale e culturale.
Vien poi da pensare all’arte come Bellezza, come appagamento estetico. Vero, ma non del tutto: l’idea di Bello è soggettiva e qui entra dunque in scena la risposta personale fornita da ogni fruitore. Inoltre, se nel corso dei secoli ha prevalso il concetto di perfezione e di bellezza ideale, insito nella visione naturalistica del classicismo greco, non sono mancate visioni alternative, dove al Bello si preferiscono l’espressività comunicativa e la potenza di un messaggio, anche a discapito dei principi di verosimiglianza e di valenza estetica.
E´ quanto avviene in particolare a partire dai prorompenti linguaggi artistici del secolo scorso, che hanno scardinato il concetto stesso di Arte, giungendo a rinunciare anche alla sua manualità operativa, per lasciar trionfare la visione di Arte come concetto, come idea, come pensiero.
Ebbene, alla luce di questo percorso, possiamo affermare che l’Arte non è soltanto legata all’esecuzione materiale di un prodotto, ma è un qualcosa che chiama in causa capacità intellettualistiche e riflessive, al pari di una disciplina teorica.
Che sia legata all’ideale di Bellezza o meno, l’Arte è inoltre una preziosa fonte di benessere. Studi scientifici hanno dimostrato che se ammiriamo un’opera a noi congeniale, rilasciamo la dopamina, l’ormone del piacere, aumentando così il nostro benessere psicofisico.
Perché l’Arte, prima ancora che un prodotto, è un’esperienza da cui lasciarsi coinvolgere, per immergersi in modo più completo nella realtà e allargare così i propri orizzonti.
Arte come fonte di benessere: per chi fruisce di un’opera, come per chi la realizza ed entra così in un’onnipotente dimensione creativa.
“Fare Arte è mostrare Dio in ogni cosa”, scriveva Hermann Hesse, proprio per evidenziare il dono divino di chi crea e apre così dei varchi, sconfinando verso l’eterno infinito.
Concludo con un’altra osservazione, che può completare questa breve dissertazione sull’Arte e sui suoi significati: le manifestazioni artistiche che accompagnano il percorso storico dell’umanità ne rappresentano uno degli aspetti più positivi. Sì, l’Arte è quanto di buono l’uomo è stato e sarà in grado di creare, elevando così la sua condizione terrena a un incessante e pregiato dialogo con il divino.
Mariaelena Castellano
(Nell’immagine di copertina “Appartenenza”, acrilico su tela di F.Tirelli)