Pochi giorni fa, ricorreva l’anniversario di morte dell’immenso Totò. Sono trascorsi ben cinquantacinque anni dalla sua scomparsa. Più di mezzo secolo, eppure il suo ricordo resta fortemente vivo nella memoria collettiva. Un ricordo indelebile e non soltanto per le vecchie generazioni: le sue pellicole hanno fatto storia, restando ben impresse anche in chi, pur non avendone vissuto l’epoca, ha conosciuto e ammirato la sua esilarante comicità.
Antonio De Curtis, in arte Totò, aveva una straordinaria mimica facciale: ogni sua espressione rendeva più di tante parole. Quel suo gesticolare, poi, già tipico di ogni napoletano che si rispetti, enfatizzava ogni cosa. E come non ricordare l’estroso linguaggio che adoperava? I discorsi del Principe della risata erano in grado di rinnovarsi di volta in volta, attingendo anche dalle più veraci forme popolari della vita quotidiana. Totò si forgiava di spassosi giochi di parole e con ogni sua farsa era in grado di destare un incontenibile riso, se pur mirando a suscitare al contempo anche importanti spunti riflessivi. Sì, perché Totò riusciva a dosare sensibilità e sarcasmo, rivelando anche momenti di grande intensità emotiva, spesso velati da una sottile aura malinconica.
In questo murales realizzato dallo street artist Mr Pencil, nel quartiere napoletano di Montecalvario, Totò veste i panni del Re di denari, o meglio della “Matta”, la carta napoletana per eccellenza, quella a cui si può attribuire qualsiasi valore, come una carta jolly.
Antonio De Curtis: un re senza corona, ma con la sua fedele bombetta; un re che con la sua schietta e autentica comicità ha reso onori e glorie alla sua città. Così, eccolo apparire in abiti regali su uno dei palazzi scrostati del centro storico di Napoli, la sua amata e verace Napoli. Il sigaro che spunta dalla bocca serrata, l’aura bonaria di sempre, lo sguardo sornione di chi accetta le cose come vengono, con arguta e garbata ironia, senza mai drammatizzare.
M.C.